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21:00 - 6 Dicembre 2023
Terra Nad, Chianocco

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Un progetto drammaturgico di Oscar De Summa

regia Oscar De Summa

con Sandra Garuglieri
luci Matteo Gozzi
produzione Atto Due

“Il non abbandono dei morti presuppone la loro sopravvivenza”
Edgar Morin

Qual’è il valore di un corpo? Di un corpo senza vita? Ha un valore in assoluto o dipende dal contesto?
È sul suo significato, sulla sua proprietà, sulla sua identità che si giocano tutte le battaglie del potere, laico e religioso.

Dare un senso alla vita e un nome alla morte.
L’uomo l’ha sempre saputo, e ci ha sempre giocato con la morte, anche se epoca dopo epoca le ha attribuito valori sempre diversi. Per questo all’inizio dello spettacolo viene letto un falso canovaccio di Pulcinella che incontra la morte… ne ride, ma non la può evitare. E quanto è un fatto.
Così, con una risata si entra nella vicenda personale dell’attrice che racconta il suo incontro con la morte. A far da sfondo sul palco c’è una barella da obitorio, illuminata da soffuse luci verdi, che ospita un cadavere coperto dal classico telo bianco.
Una leggera musica strumentale di sottofondo accompagna il momento in cui lei usa questo lettino per rivolgersi al padre defunto. Ma lo spettacolo non è quello che sembra non è il racconto della morte del padre. Infatti nel momento in cui solleva il telo verso di sé per guardare l’ultima volta il genitore, ecco compiersi un cambio di registro totalmente inaspettato: il momento massimo del dramma e della commozione viene rotto lasciando il pubblico incredulo e sulla soglia di un altro viaggio. Il cadavere non è quello del padre….

Il pubblico viene catapultato così nella realtà contemporanea, la morte nel Mediterraneo, ed invitato a ragionare sul cadavere di quello sconosciuto a cui dare un’identità.
In una sorta di stand up commedy l’attrice indossa quindi il camice bianco alla stregua di un medico legale per analizzare il corpo, lo osserva nei dettagli, abbandonandosi all'immaginazione di chi questa persona sia stata in vita. Che fare di quel corpo senza identità e che non sappiamo a chi restituire?

La scrittura e la scena sono una continua fusione tra il reale e il poetico, tra il naturale e l'epico. Spostano il piano di riferimento, sorprendono e trascinano in quella realtà violenta dell'immaginario. Il primo riferimento è stato il libro della Cristina Cattaneo, Naufraghi senza volto, che ci ha riportato dentro una ferita sempre aperta che riguarda il nostro mediterraneo e sulla quale siamo sensibili; l’altro materiale di lavoro nasce da una passione condivisa per i libri gialli, soprattutto quelli di Fred Vargas .

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