PRODUZIONE IN DISTRIBUZIONE

Del mondo che amo

L'unicità e l’irripetibilità dell’essere

di e con
Eliana Cantone

Niccolò è un bambino che adora l’acqua. Può stare ore in estasi davanti a una cascata, oppure a giocare con lo scroscio del rubinetto della cucina. Niccolò è un bambino autistico, che vive un suo intenso mondo interiore, abitato da una Fata buona che lo protegge dalle insidie del mondo esterno.

DEL MONDO CHE AMO, frutto di un intenso percorso con famiglie che vivono quotidianamente l’esperienza della disabilità, percorre attraverso una partitura vitale, sonora e verbale; un viaggio intimo nel mondo di Niccolò e, in parallelo, l’odissea di sua mamma, fatta di rabbia, sconforto, paura, senso di colpa, ma anche di perseveranza e amore incondizionato, sorridendo e ironizzando sulla propria condizione.

drammaturgia
Giordano V. Amato

Collaborazione artistica
Alessandra Rossi Ghiglione

Consulenza sulla metagenealogia Alejandro Jodorowsky

Musica composta ed eseguita da
Elisa Fighera

 

produzione
Il Mutamento Zona Castalia

 

In collaborazione con Fondazione Paideia, Fondazione Ariel, Salone Internazionale del Libro di Torino Off, Circoscrizione 7, Progetto MotorediRicerca, Centro Studi Sereno Regis, Coop. Arcobaleno, Ass. il Tiglio, Master di Teatro Sociale e di Comunità dell’Università degli Studi di Torino.

Hanno scritto

Maura Sesia, Sistema Teatro Torino
Una gemma. Del mondo che amo è un’opera perfetta. Imperniata sulla protagonista. Tratta di handicap senza pietismi; verte su una tematica attuale perché, pur essendo sempre esistita, non è da molto che la disabilità è uscita dal segreto delle case ed è considerata non una mostruosità ma un dato di fatto, misterioso, ma umano. Lo spettacolo, però, non è solo una cronaca corretta. E’ favola, immaginazione, sono personaggi che acquistano fisicità e vivono una storia, quella della mamma Alma, del bimbo autistico Niccolò, della maestra, del professore, del papà Roberto, della fata. Del mondo che amo de Il Mutamento Zona Castalia non insegna niente, non è una lezione ingolfata di date, numeri, schemi, statistiche. E’ fantasia, ma di quelle che si innescano e si propagano in altri pensieri. Così si impara qualcosa senza volerlo. Si apprende la sensibilità. La si tocca, la si sente pulsare, la si abbraccia. La pièce è un soliloquio apparente di e con Eliana Cantone, che si accompagna ancora con la polistrumentista Elisa Fighera, già collaboratrice in La favola di un’altra giovinezza, che ribadisce qui l’essenzialità della sua presenza, muta e carismatica. Diffonde energia Fighera, emana luminosità Cantone, che con estrema verosimiglianza si immerge nel ruolo arduo e dolente della madre. La ludica scenografia di Claudio Albano rappresenta un bizzarro studio medico, Cantone/Alma si rivolge alla platea, parlando ad uno o mille nuovi analisti. Così centellina la sua esperienza, da capo, prestando corpo e voce via via anche alle altre figure secondarie. La drammaturgia, redatta da Giordano V. Amato con le consulenze di Alessandra Rossi Ghiglione e di Alejandro Jodorowsky per la metagenealogia, procede precisa e semplice, dipanandosi in un labirinto di difficoltà abbattute talvolta da piccole scoperte, vie di fuga. Come quando Niccolò inizia ad usare le lettere. Come quando esprime il suo primo desiderio. Accadimenti di alta drammaticità si stemperano in situazioni comiche. Magistrale, sia per la partitura sia per l’interpretazione, il quadro in cui Alma percepisce la malattia di Niccolò: comprende la sua partenza per il paese di non so dove, in cui sarà condannato alla solitudine. Forse no. Alma è straniera, cilena. Lo sradicamento di donna si apparenta qui con quello di madre. Ma Alma è fiera, sa che Niccolò non è poi così solo e sa che insieme si può andare lontano. 


Franca Cassine, La Stampa
Un debutto segnato dal successo di Eliana Cantone che nel suo spettacolo “DEL MONDO CHE AMO” è riuscita a coniugare un’ottima interpretazione, un testo toccante ed una perfetta regia. Il lavoro è stato il frutto di un lavoro triennale che l’attrice ha effettuato insieme ai bimbi disabili e le loro famiglie. Ciò le ha permesso di creare una pièce della quale il racconto dell’esperienza di Alma, mamma del bimbo autistico Niccolò, si è trasformato in un emozionante viaggio nell’affettività e nel difficile compito di essere genitori. ”Del mondo che amo” non ha mai strizzato l’occhio al facile pietismo, tratteggiando anche in maniera divertente l’universo della disabilità. Cantone ha dimostrato una straordinaria bravura e sensibilità. 

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