PRODUZIONE STORICA

Flowers

di ciò che si perde e di ciò che può essere ritrovato

di ciò che si perde e di ciò che può essere ritrovato

drammaturgia e regia
Giordano V. Amato

Mettiti in viaggio.
I piedi del viandante diventano fiori, la sua anima cresce e dà frutti
E i suoi vizi sono lavati dalla fatica del viaggiare.
Brahamana

Viaggiate ai quattro angoli della terra. Non troverete nulla in alcun luogo.
Tutto ciò che esiste è qui.
Rāmakŗşņa

 

Gli esseri viventi nascono dal cibo. Una volta nati, mediante il cibo prosperano.
Tutto mangia ed è mangiato. Dunque ogni cosa è cibo.
(Maitri Upanishad VI, 11-12)

Nello spettacolo vedrete due Guardiane. Il loro compito è di sorvegliare una soglia misteriosa, in un luogo remoto. Ma col passare del tempo la strada per arrivare a questa soglia è stata dimenticata. Così non ci sono più viandanti che vanno ad attingere al loro pozzo e l’acqua fresca sta lentamente imputridendo.
Si dice che attorno alle Guardiane sia stato tracciato un cerchio incantato e che loro siano ormai convinte che sia impossibile uscirne. E così fanno di tutto per non uscirne. Ma dentro il cerchio sono limitate e soffrono. Forse anche le nostre vite si svolgono in un cerchio. Forse un giorno le Guardiane torneranno bambine. Senza limiti, senza paure, curiose di tutto e libere. E non più sole.
Giordano V. Amato

Ogni volta che la visione del mondo si rimpicciolisce, i nostri problemi o i nostri mali ci sembrano importantissimi, la nostra morte orribile, impensabile. Se la visione si allarga e si riesce a vedere il mondo nella sua interezza e magnificenza, il nostro stato, pur penoso, che sia, diventa parte di quella vastità, di quell’eterno, naturale arrovellarsi dell’uomo.
Ormai nessuno ha più tempo per nulla. Neppure di meravigliarsi, di inorridirsi, di commuoversi, di innamorarsi, di stare con se stessi. Le scuse per non fermarsi a chiedersi se questo correre ci fa più felici sono migliaia e, se non ci sono, siamo bravissimi a inventarle.
Quando Kabir morì, indù e musulmani si contesero il diritto di fargli un funerale secondo la propria tradizione. Ma lui aveva lasciato detto: « Copritemi con un velo e la decisione sarà lì ». Così fecero. E quando alzarono il velo, il cadavere era scomparso. Al suo posto c’era un cumulo di fiori e alle due comunità non rimase che dividersi quelli.
Un altro esercizio fu quello di chiudere gli occhi e… …immaginare d’essere con i piedi per terra e con la testa altissima per aria. Questo mi piacque perché quello era il mio ideale di uomo realizzato: radicato nelle cose, ma sognatore.
Da “Un altro giro di giostra” di Tiziano Terzani

Dedicato a Tiziano Terzani

interpreti
Eliana Amato Cantone
Costanza Frola

scenografie e oggetti di scena
Alberto Pastore
Mauro Spazzolino

costumi
Roberta Vacchetta

luci
Patrizio Serra

 

produzione
Residenza Multidisciplinare
Storie di altri mondi

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