Alla fine della favola “Il pesciolino d’oro” di Pushkin l’anziana moglie del pescatore, spinta da una febbre di accumulo illimitato di ricchezza, ha perso tutto.
Ora Orsòla si prepara a pescare da sola, a sopravvivere a se stessa.
Cattura il pesciolino d’oro a cui vuole fare la pelle, lo sventra e vi trova un fagotto avvolto in una coperta termica, una bimba dalla pelle scura. La rianima, la scaccia come un insetto, infine la guarda in viso e la culla.
E’ la storia di una relazione – inaspettata e indesiderata – che le trasforma entrambe, un rapporto d’amore non convenzionale. Un contatto sconvolgente tra mondi lontanissimi, come possono
essere esotiche e tuttavia famigliari e intime le relazioni tra generazioni, come tra bis-nonna e nipote. Come tra vecchi e nuovi cittadini, autoctoni e migranti, pescatori e pesciolini d’oro.

L’incontro con l’Altro è sempre uno shock e un rispecchiamento.
Due marionette ibride a taglia umana e un’attrice cantano una storia contemporanea di solidarietà e convivenza. In un mondo che dondola e periodicamente crolla l’unica ricchezza è quella umana: siamo tutti sulla stessa barca.
Orsòla e il pesciolino d’oro
Spettacolo finalista
Scenario Infanzia 2020
Una produzione
Ortika, Il Mutamento, Teatro della caduta
Ideazione, regia, spazio scenico e marionette
Alice Conti
Disegno sonoro
Dylan Alexander Lorimer
In scena
Alice Conti
Immagini
Erik Ragni