PRODUZIONE STORICA

Varvara, la velata

Un omaggio a Barbara Jakovlevna Michajlovič Beloselskij, consorte dell’ambasciatore russo a Torino.

Varvara, la velata

di Giordano V. Amato

con Eliana Cantone

Varvara, la velata nasce in omaggio a Barbara Jakovlevna Michajlovič Beloselskij, consorte dell’ambasciatore russo a Torino. Proprio a Torino, il 25 novembre del 1792, a soli 28 anni, Barbara muore. Nota per la sua bellezza, Barbara lascia tre figlie e un marito devoto, ma non proprio inconsolabile. In memoria di Varvara l’ambasciatore compone dei delicati versi e fa realizzare una bellissima statua, oggi nota come “la religione”.

Ma Barbara, morta nel pieno della gioventù e della bellezza forse non è ancora pronta a lasciare per sempre quanto offerto dal mondo materiale. Non si sa di sue manifestazioni negli anni immediatamente successivi alla morte, forse perché viene inizialmente seppellita in un cimitero, quello di San Lazzaro, del quel oggi si è persa memoria. Circa 70 anni dopo, quel che resta di lei vieni trasferito nel cimitero di San Pietro in Vincoli, cimitero che, sebbene nato all’incirca quando quello di San Lazzaro, a quel tempo è ancora attivo. Forse risvegliata dallo spostamento, forse perché ormai libera dell’impegno con il marito Aleksandr anch’egli defunto, Varvara decide di cercare nuove avventure nell’ottocento, secolo piuttosto inquieto in ambito amoroso. Da qui nasce il mito di Varvara, quale fantasma residente di San Pietro in Vincoli. Noi, che ormai “abitiamo” questo ex cimitero da circa otto anni, abbiamo deciso di omaggiarne le memoria e di difenderne il mito. Siamo sicuri che Barbara accolga con aristocratica benevolenza questa nostro ingenuo omaggio che ci permette di introdurre gli spettatori alla conoscenza di uno dei luoghi più suggestivi del sito monumentale di San Pietro in Vincoli, la cripta collocata sotto la cappella funebre, sede in cui si rappresenta il nostro omaggio teatrale.

Una produzione Il Mutamento Zona Castalia

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